mercoledì 27 aprile 2011

Un deserto di Palmas.

E' tardi. Ormai dovrei pensare ad andare a dormire, ma so già che 1000 pensieri affolleranno la mia mente e allora attendo. Attendo che i miei occhi decidano di chiudere questa giornata, sfinendomi. E' l'unico desiderio di oggi, che finisca.


Distrutta dalla costrizione di essere in un luogo non mio, con i piedi sporchi di salsedine e creme solari, cercando una risposta a qualche questito, anche uno solo, uno qualsiasi. Per smettere di girare su me stessa, a braccia tese, in attesa di un passo verso la giusta direzione. Di strade ne rimangono poche, quelle battute portano a burroni e talvolta il tentativo di discesa da essi, intrapresa con coraggio, mi ha portato ad un punto dove non si può più andare avanti... o tornare indietro. da lì solo altri burroni, cascate. Bellissime da guardare, davanti ai tuoi occhi, ma terrificanti se di fronte a te, se unica foce di un tuo ennesimo tentativo.


Frugo alla ricerca di un pensiero bello. Rimango stupita nel vedere mio padre sorridermi nella mente. Fautore di migliaia di giri nel vuoto alla ricerca di un perchè nella mia vita, il più grande costruttore di labirinti per il mio perccorso. Ricordo quando lo chiamavo, e lui non c'era. 


Ricordo quando ho smesso di chiamarlo. 


Ricordo il rimbombo della stanza del mio amore per lui. Mi divertivo a urlare le vocali, una per volta, e a sentirle ripetersi infinite volte tra le lisce pareti vuote. Chiudo gli occhi un attimo, ed è così bello che mi viene da allungare le braccia, lui si avvicina e io sento che c'è. E' solo un pensiero, ma per la prima volta io sento che c'è. Mi afferra per le braccia e mi tira su dal dirupo e finalmente i miei piedi sono saldi a terra. Penso che da qui posso ripartire, tornare da capo e tentare un altra strada. 


Apro gli occhi, e sono da sola. Non è cambiato niente, ma il burrone è alle mie spalle.


Aspetta.. dammi solo un minuto... Scusa? Cosa vuoi sapere?
Se la Palmas ha vinto L'Isola dei Famosi?

lunedì 25 aprile 2011

La chicca di Pasqua!

Dalla prima parte del primo blog di Claky (quella eliminata) - 16 Agosto 2006


Fuori l'aria cattiva, dentro l'aria buona. Fuori l'aria cattiva, dentro l'aria buona. Azione automatica. Inizia quando nasci e ti accompagna fino alla fine. Se il respiro potesse parlare... Accompagna ognuno di noi, buoni o cattivi, sempre fedele. Non ci abbandona finchè non tiri le cuoia!!! Ed è l'ultimo ad andarsene, addirittura DOPO la speranza! Piano e silenzioso si emoziona con noi. Ha paura per noi, prima ancora che capiamo casa cazzo sia quel rumore, nel buio, di notte. Come i gatti che ti avvertono quando piove. O le rondini che volano bassissime. Il respiro accelera. Sempre di più. A volte troppo e l'imbarazzo peggiora la situazione. Cerchi di metterlo a bada, calmarti, ma lui fa quello che vuole... Vorrei essere il respiro e sapere tutto di chi mi appartiene. A chi do la certezza di vivere. Voglio sapere tutto, anche quando dorme. Voglio sapere in che posizione è, sei sul fianco? Hai le braccia in alto o lungo il corpo. Fai un sorriso se fai bei sogni? Voglio farmi intensa e memorabile nei momenti emozionanti e piccina piccina dei momenti di pace e serenità. Voglio tirare fuori melodie favolose suonate con le corde vocali quando dico Ti Amo e venire quasi a mancare sentendo rispondere anch'io.
Fuori l'aria cattiva, dentro l'aria buona. Mi purifico più spesso di ogni battito di cilia. Ma è lui che ha il controllo e vorrei averlo io. Per un attimo trattengo il respiro, ma pochi secondi passano e già mi manca.

Allora mi fermo un attimo. E ti penso fortissimo per tutto il tempo di un respiro che, a pensarci, è vita.

lunedì 18 aprile 2011

Invadimi Inghilterra !!!

Voglio che gli inglesi ci invadano, conquistandoci. Definitivamente. Entrare a far parte del Grande Regno Unito, una volta per tutte. E' vero, gli inglesi puzzano, hanno delle case che rasentano l'immagine che ho in mente dei bordelli francesi del 600, mangiano e bevono porcate dal mattino alla sera, con conseguente panza alcolica già all'età di 30 anni, ma per dio! Come sono avanti...


Anzitutto, il trasporto pubblico. Non ci vuole molto a fare meglio delle FS, mi rendo conto. Il concreto monopolio di ATM a Milano fa del TP una delle grandi piaghe della mia città. Vi racconto l'episodio: bel bella mi accingo ad attendere il mio pullman alla fermata. Ogni 20 minuti, dice. E cioè ogni ora alle :09, :29, :49. Sono le 21.04 e il display (che abbiamo anche noi) dice "5 minuti". Ora, seguitemi: se scendo dalla metropolitana in Porta Romana e il display mi dice "5 minuti", probabilmente tra 8 minuti mi dirà che ne mancano 2. Questo è il concetto del TP a Milano, va interpretato. Per questo quando mi dice "18 minuti" mi avvio per oltre un kilometro a piedi, e quasi sicuramente il tram mi passerà accanto dopo circa 3 minuti di cammino. E' statistica.


Così guardo l'ora sul cellulare, per non sbagliare. Sono proprio le 21.04. Fa freddo e ho le mani in tasca, lo sguardo annoiato sull'insegna di Caffè Costa di fronte. A Milano sarei riuscita a prendermi un caffè, nell'attesa.   Un ragazzo sui 16 anni si avvicina alla colonnina accanto alla fermata e fa qualcosa sullo schermo ed ecco che la mia attenzione si risveglia facendomi circolare il sangue a velocità interessante... Cosa cazzo sta facendo??


Appena si allontana, mi assicuro che non possa vedermi e mi avvicino guardinga alla colonnina. Ce n'è una uguale ad ogni fermata. Cos'è? E' uno schermo Touch Screen con gli orari di tutti i bus che fanno fermata in zona. Toccando lo schermo, l'elenco scorre in ordine cronologico, indicando in grassetto quali sono le ultime corse. Si vede che non è nuovo, ma è perfettamente funzionante e mi indica che il mio bus arriva tra 2 minuti. Mi affretto a tirare fuori il cellulare e vedo che sono le 21.06... + 2 minuti fa 21.08!!! Un minuto in anticipo!


Quindi vuol dire... che se arrivo precisa alle 21.09 l'ho perso!!!


E infatti puntuale alle 21.08 eccolo che gira l'angolo, in tutto il suo splendore. Salgo contrariata, fissando l'orologio del cellulare. L'avrei perso se fossi stata puntuale! Ma non partiamo... Stiamo fermi circa 40 secondi prima di partire, perchè abbiamo aspettato le 21.09. 


Inghilterra: mi devi invadere.


Seconda cosa: il WIFI. Ti puoi connettere ovunque. E ovunque è gratis. A scuola, negli hotel, nei caffè, nei pub. Una generazione senza costi per la connessione. Questo mi fa tornare alla mente che anche da noi ci doveva essere una cosa come la liberalizzazione del WIFI o una cosa del genere, ma aihmè si fanno orecchie da mercante... e lo tentiamo ben bene a pagamento, che così arrotondiamo un po'... E così.. Me ne sto serena nel mio pub ad ubriacarmi di SmirnoffIce Rosso, controllando la mia posta elettronica, e pensando... 


Inghilterra: mi devi invadere.


Non ultimo c'è un aspetto che io invidio moltissimo agli inglesi, e cioè l'amore incondizionato che provano per la vecchia. La vecchia, sì. Non la Juve, la regina. 178 anni e ancora vive, e tutti la amano e pregano per lei, bless her. Tutto perchè naturalmente non vogliono Carlo al trono, ma questo non glielo dite perchè ti rispondono con un patriottico "YOU'RE PULLING MY LEG!!!" e tu non hai argomenti per controbattere. Immaginatevi quindi cosa significhi il Matrimonio di William & Kate per loro. Oltre al bene che vogliono a quel ragazzo dagli occhi di nome Diana, c'è di più!!! Loro vedono una grande speranza, che alla fine si faccia questo benedetto salto dell'asino quando la vecchia schiatterà. Perchè schiatterà! E allora giù con i preparativi di un festeggiamento regale per il 26 aprile... peccato, io avrò il dentista ;).


Loro li amano. Hanno fatto degli errori, ma loro li amano. E i Regali si sono pure decurtati lo stipendio, per il loro popolo. Vivranno solo delle loro ricchezze senza incombere più sul popolo. Li amano e sono felici per William, te lo dicono con il sorriso accennato e gli occhi lucidi, nel ricordo vivo ancora di sua madre e della tradizione anglosassone. Sono Inglesi, non te lo gridano in faccia, non mettono bandiere ovunque, ma l'aria ne è tutta intrisa e per un attimo... mi sento a casa. Apro gli occhi e penso... 


Inghilterra: mi devi invadere.


Aspetta, aspetta solo un minuto...
You don't know what BIDET is...?

venerdì 8 aprile 2011

Organizzazione estiva degli armadi: è guerra.

Sto per partire per Cambridge, starò via una grassissima settimana e frequenterò un corso di inglese in una delle più prestigiose scuole anglosassoni. Per questo non ho proprio voglia di scrivere cose profonde, sebbene ne abbia motivo, avendo appena saputo che un diciassettenne ha preso a... SASSATE... la sua fidanzatina di tredici anni, non si capisce bene per quale motivo. Magari scriverò un giorno di quello che insegnerò a mio figlio, e troverete come prima cosa che, per dio, le donne si rispettano, come mi disse una volta mia zia, mamma eccezionale che ha cresciuto il ragazzo più in gamba, educato e rispettoso che io conosca.


Oggi è estate, fa un caldo esagerato e naturalmente io non ho ancora fatto il cambio degli armadi, pratica per cui, da tradizione, io e mia madre ci scanniamo per giorni. Lei vuole buttare tutto. Io terrei ogni cosa. La ferita più grande me l'ha fatta buttandomi un paio di jeans elasticizzati, la prima vita bassa mai vista, comprati al Jeans & Work a Corvetto: per me viaggio della vita quel pomeriggio... avevo 15 anni, 50.000 lire risparmiati in 1 anno e tanta voglia di comprarmi qualcosa di veramente mio.


Il colore è verdino pastello, e non fate quelle facce disgustate, è un verde molto chiaro, che dopo un po' di lavaggi, è poi diventato ufficialmente bianco. Gamba rigorosamente a zampa di elefante, se ci pensate, negli anni '90 gli stilisti amavano di più noi bambocce paffutelle, piùttosto che quelli di oggi che ci vorrebbero senza curve con Jeans a calzamaglia che quasi ti si infilano nel culo, tanto sono stretti... Sappiatelo, vi odio. Vi odio un po' meno quest'anno, perchè avete messo il platò alle scarpe, àncora di salvezza per chi, come me, ci lavora con i tacchi... ma vi odio lo stesso.


Quest'anno comunque, ho intenzione di stupire mia madre. Quando arriverà bardata di bazooka e cesoia per iniziare la terza guerra mondiale tra il mio armadio e la spazzatura, non troverà niente. Sì. Niente. Butto tutto, così. D'istinto, come quando ti esce un vaffanculo e sbatti la porta, e cammini dritta, perchè sai che, se ti distrai un secondo e hai una titubanza, ti getterai nel cestino a recuperare tutto e a chiedere scusa a degli oggetti vecchi e inanimati. 


E così, quest'anno si spende. Vado in ferie ad Aprile (sì ok, vado a fare un corso, ma io amo l'Inghilterra e tutto ciò che è English, per cui sono ufficialmente ferie), cambio totalmente il guardaroba, preparo le ferie per agosto... insomma...


Spendo i miei cazzo di soldi.


I motivi sono molteplici. Quando una donna cade e si rialza, solitamente taglia i capelli. Io l'ho fatto a 18 anni e ancora oggi vivo i traumi di quel gesto. Così dai 19 anni ho iniziato l'escamotage di riordinare la mia stanza, nello stupore dei miei famigliari tutti. Oggi non mi basta, anche perchè sono diventata noiosamente ordinata, essendo che la polvere non si fa da sola come quando vivevo da mia madre, nè i vestiti si piegano o si stirano, qui da me , non c'è la stessa magia, per cui mi conviene rigare dritto e tenere un certo ordine di comodità.


Così passo allo step 3. Butto qualcosa. Qualcosa di vecchio che cazzo mi ha davvero stufato, che non butto perchè aspetto di comprarne uno nuovo, che ovviamente non trovo uguale. E che quindi non butto O MIO DIOOO!!! E' un circolo vizioso angosciante. Via, via, VIA TUTTO. Basta non voglio vedere più niente. Via anche quei jeans strappati... (no quelli no)... ho detto via!!! (mmh..) VIA!!


Superato il trauma iniziare di avere davvero esagerato, mi pervade una sensazione di pulito e di puro. La fila di vestitini estivi tutti nuovi, con ancora la targhetta del negozio attaccata, mi dà pace e serenità. Prendo l'ultimo abitino svolazzante comprato da Nadine, quello blu, con i pois. Me lo metto davanti e sorrido, e per un attimo vedo quella ragazza che, timida e cicciona (oh, ma sempre bellissima ;)), è uscita dal camerino con i suoi jeans verde pastello e, senza toglierli, ha strappato l'etichetta e li ha pagati.


Mah.. dammi solo un minuto..


...

[CLAUDIA CORRE AL CESTINO DELLA SPAZZATURA]