venerdì 14 dicembre 2012

Il decalogo dell'Uomo Merda

Sempre più numerose sono le vittime dell'uomo merda, con un picco registrato nel 2012 con il dato di ben 4 donne su 5, che hanno dovuto vivere questa tipologia d'incontri (dati ISTATC).

Pertanto, lo stato ha stanziato dei fondi NAZIONALI per far fronte a questa piaga della civiltà umana, che come le pustole infette sta intaccando tutto ciò che incontra. E ha ASSUNTO ME, con il preciso incarico di dare le informazioni basilari su come l'uomo merda si insinua nella nostra società.

Ecco a voi...

IL DECALOGO DELL'UOMO MERDA

Premessa
Il profilo dell'uomo merda è stato delineato come segue: maschio, tra i 30 e i 48 anni, piacente, mediamente benestante e fidanzato/sposato. Attacca principalmente donne tra i 20 e i 40, che siano in qualche modo sexy, riservate e spesso un po' timide. Indistintamente impegnate o single (a volte non lo sanno nemmeno).


  1. La prima fase dell'uomo merda è quella dell'attrazione. Lui è attratto da te e tu sei attratta da lui. Si manifesta in modo velato, uno sguardo, un "mi piace" inaspettato ad una tua foto che nemmeno pensavi essere un granchè, una presa in giro in mezzo alla gente, un'attenzione particolare ai tuoi dettagli... NON C'E' MODO DI RESPINGERE L'UOMO MERDA IN QUESTA FASE, perchè ancora non ti rendi conto che, non l'avresti mai detto... ma ti piace.
  2. La seconda fase dell'uomo merda è quella del contatto. Prende un contatto con te in modo molto casuale, spesso tramite social network, o chiedendoti il numero di cellulare, con una scusa (spesso di origine collettiva). Talvolta usano la mail, quella dell'ufficio è la più gettonata tra colleghi, ma sono stati rilevati anche diversi casi di persone magari poco avvezze ai contatti telefonici o facebookiani. In questa fase, l'uomo merda parla con te di diverse cose, intervallate da un piccolo complimento, da una frase sensibile, letta da qualche parte, da una battuta con riferimenti di eccitazione sessuale appena velati. Ancora, NON C'E' MODO DI RESPINGERE L'UOMO MERDA IN QUESTA FASE, perchè ti stai rendendo conto che, anche se è impegnato... gli piaci e la cosa... ti piace.
  3. La terza fase dell'uomo merda è l'appagamento/bisogno. Questo scambio di contatti virtuali, che in questa fase riescono a diversificarsi in mail, messaggi, frasi bisbigliate nella folla, commenti social, diventano fitti, al limite del morboso. Tu hai bisogno delle sue parole ogni secondo, e l'uomo merda delle tue, 5 minuti si silenzio sembrano giorni, consumi l'F5 del tuo pc, accendi il display del telefonino fino a consumare la batteria in 3 ore. Questa è una fase critica: l'uomo merda non parla della sua compagna e tu non chiedi. Questo "silenzio - assenso" ti porta a pensare che lui non sia innamorato, e che se è sempre dietro a scriverti, vuol dire che tu sei più importante. ATTENZIONE! In questa fase, l'uomo merda non pensa minimamente o lontanamente di lasciare la sua donna per te. Non dico che non lo farà mai, dico che in questa fase è escluso.
  4. La quarta fase dell'uomo merda è il mantenimento. In questa fase cala il bisogno ma cresce l'appagamento, pertanto i contatti continuano, estendendosi anche di notte talvolta. Ma l'uomo merda ha dei periodi in cui non si fa sentire anche di 2 ore consecutive, che tu non hai. E non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello che, forse, con lei si vede ogni tanto. Anzi, ti preoccupi. Pensando ad esempio che possa essere successo qualcosa. L'uomo merda non ti chiede di uscire una sera, ma ti tiene incollata ad una chat di notte arrivando a toccare alti livelli erotico/sessuali.
  5. La quinta fase dell'uomo merda è la ripresa del contatto con la realtà. L'uomo merda si rende conto (e forse si sente in colpa) di piacerti molto, ma continua a tenere la sua linea, a questo punto però consapevole. Alla tua richiesta di un'uscita, anche in amicizia, ti liquida in modo banale, con la scusa della spesa, della stanchezza o della partita di calcio. IN QUESTA FASE, TU INIZI A SENTIRE UNO STRANO MALESSERE E NERVOSO. Ed è qui, che dovresti chiudere il rubinetto e uscire a fare due passi. Ma non ce la fai.
  6. La sesta fase dell'uomo merda è il bisogno/appagamento. Pur essendo stato lui a sfiorare il freno, ora sente il bisogno di non perderti, o meglio: DI NON PERDERE L'APPAGAMENTO CHE GLI DAI. In 15 secondi, ha già ritesso la sua tela e tu, contenta di riavere il TUO appagamento, ci rientri pensando di essere però ora consapevole, ma non lo sei. No, non lo sei. E' inutile che dici a me che lo sei... NON LO SEI.
  7. La settima fase dell'uomo merda è nuovamente il mantenimento. L'uomo merda gestisce con cautela le sue comunicazioni, che non cambiano di frequenza, bensì di contenuti: sono più casti, più casual, meno personali. Talvolta ti abbandona per intere mezz'ore. La tua tipica reazione è quella di aspettare anche tu a rispondere ai suoi messaggi: in questo modo smorzate entrambi l'appagamento, che nell'uomo merda ABBASSA IL BISOGNO, in te... eheheh... lo alza e lo fa schizzare alle stelle.
    E' qui che succede l'IMPREVISTO: solitamente tu gli chiedi cosa stia succedendo, o spiegazioni e chiarimenti, o gli chiedi di incontrarvi convinta di potergli dire e confidare i tuoi sentimenti e le tue paure.... ma l'uomo merda EVITERÀ  CON TUTTI I MEZZI A SUA DISPOSIZIONE QUESTO INCONTRO, che suo malgrado tuttavia è solo rimandato all'occasione in cui sarà obbligato a starti a sentire.
  8. L'ottava fase dell'uomo merda è la negazione: davanti alla tua convinta espressione della vostra comune complicità e innegabile attrazione lui risponde in maniera superficiale, spesso affranto oppure addirittura scherzando. In questa fase, la frase da riconoscere è questa: "LO SO, MA LA SITUAZIONE LA CONOSCEVI" - non hai scampo. Unica soluzione per evitare mesi di agonia è la SPARIZIONE IMMEDIATA. E tu non vorrai sparire, perchè il tuo bisogno è altissimo, perchè pensavi di avere la bacchetta magica e di potertelo prendere quando volevi, ma l'uomo merda non ha le palle per cambiare la sua vita, a meno di un'incontro davvero speciale per lui. Ti accorgi che tu non sei quell'incontro dal fatto che sei arrivata a leggere fino a qui e hai trovato molte più analogie che esaminando la situazione per anni!!!
  9. La nona fase dell'uomo merda è la paura di perdere fascino ai tuoi occhi. Non credere che smetterà di contattarti, non lo farà. Con meno frequenza ti picchietterà la spalla con una scusa, sondando bene il terreno, per vedere se c'è ancora qualcosa che puoi dargli. Sta a te, privarlo. Subito. Di tutta te stessa.
  10. La decima e ultima fase dell'uomo merda è ancora in fase di studio. Alcuni diventano gelosi e irritanti, altri semplicemente scemano l'interesse e ricominciano da capo con un'altra ragazza. Una cosa li accomuna, ALLA DECIMA FASE, NON LASCERANNO NEMMENO IL LORO ROTOLO DI CARTA IGIENICA FINITO PER TE. Se ancora sei lì dietro, o sei stata lì dietro per anni, vedendo anche passare matrimoni e figli, e ancora, magari, pensi di essere stata speciale, l'unica cosa che ti posso dire è che prima o poi passerà, che non è vero che non hai perso niente: hai perso il ragazzo dei sogni che ti eri inventata, e che non è lui... ma c'è, dagli la possibilità di entrare, fai posto. ELIMINA L'UOMO MERDA DAL TUO CUORE e vedrai che qualcosa accadrà. 




martedì 16 ottobre 2012

Paralisi nel sonno: sogno o son desta?


Oggi vi parlo di una notte strana. Una notte diversa da tutte le altre notti della mia vita. Sapete quante notti ho vissuto nella mia vita? Ho fatto i conti. 12.263. Fa effetto, vero? 12.263 notti e la più strana è stata la 9.733. E ci penso ancora, mamma... me la dimenticherò mai? Forse sì. Forse ce ne saranno di più strane, che ne so. 

Quello che non dimenticherò mai, della mia sera no. 9.733, prima di tutto, sarà l'odore. Quella sensazione che non se ne va, nonostante il buio, della presenza di un intruso. L'illusione che qualcuno sia uscito dai miei sogni e abbia preso posto accanto a me. Inondando l'aria della sua presenza... come se non ce ne fosse già abbastanza. Ho chiuso gli occhi per non doverli aprire e accorgermi che era solo un pensiero, una mia nuova e straziante speranza. 

Poi i miei capelli si muovono. Pochissimo, è impercettibile.  Quasi un improbabile venticello nella mia stanza. Un venticello caldo, un respiro, un sospiro. Ecco quella sensazione di essere sfiorata da qualcosa che non è corporeo, come uno spirito che attraversa i capelli, entra in testa, ripulisce da tutto ciò che non è lui e ne esce lasciandomi solo un pensiero, una mia nuova, straziante, inconscia speranza. 

Non scorderò mai quel rumore. Quando ti muovi fra le coperte, no era più leggero... quando indossi un vestito di seta. Ancora più leggero. Come quando qualcuno accarezza un peluches. Accarezzare un peluches e distinguere due diversi modi di farlo. Crederti sola in una stanza e ascoltare due distinti respiri. Si potrebbe impazzire. Perdere il proprio respiro. Pietrificarsi all'istante. O tutte e tre le cose. Trattengo per un attimo il respiro e distinguo perfettamente un  altro respiro, che mi culla in una nuova, straziante, inconscia, vorace speranza. 

Non dimenticherò quando ho aperto gli occhi. Nel buio il nulla. Solo più tardi vedo che c'è qualcosa. I nostri corpi non si sfioravano, ma ora ero sicura che c'era. 

Aveva deciso di restare

Poi le mani sui fianchi. Io mi avvicino. Il temporale non poteva coprire i tuoni del mio cuore. Non dimenticherò il suo respiro sul mio viso e non credo proprio che dimenticherò quel pensiero, quella nuova, straziante, inconscia, vorace, meschina speranza che, per un attimo ha annullato tutto, anche lui.

Ho aperto gli occhi in una mattina fredda, ma splendida. Rendendomi conto che non era un sogno ho richiuso immediatamente gli occhi. No no no. Pensiero. Non andare via. Resta con me. Ancora un po'. Anche se farai un male cane una volta scesa da questo letto.

Altrochè se avrei pianto.

E anche questa nuova, straziante, inconscia, vorace, meschina, fottuta speranza si è spenta.

martedì 1 maggio 2012

Tao bilanciato di sessualità


Tao bilanciato di sessualità, due anime nello stesso corpo di cui entrambi pretendono il controllo, come due calamite che fuggono e sfuggono, nonostante siano così vicine. La luce soffusa del rimasuglio di sole riesce solo lievemente ad illuminare il sudore di sandalo sui tronchi della foresta innanzi a loro, creando un’atmosfera magica, oltre che illogica e spaventosa. Privati della carne e sangue che li unisce, per la prima volta soli e impalpabili, cercano il coraggio di attraversare il buio e dimostrare supremazia sull’altro. Lui sicuro e forte, lei un po’ più timorosa, ma determinata e riflessiva, attendono che l’ultimo raggio si spenga nell’ultimo mare.

Mentre il cielo si tinge dei caldi colori concilianti di un crepuscolo senza gelo, l’ultima prova, per quel corpo ora vuoto, ha inizio. Lui, senza guardarla, parte dritto davanti a sé, verso il centro sconosciuto di quel crespo percorso, correndo senza soffermarsi sui rumori che sembrano rincorrerlo ed essere sempre più vicini. Una lacrima appare, ma subito si ritira, al ritmo di un grosso respiro inverso. Lui si fa largo tra ruvidi rovi, radici rotte e spinose foglie, e solo un momento è dedicato a lei, sola, ancora nel luogo dove l’aveva lasciata.

Già, lei. Una lacrima già sulla guancia è come colla per i suoi piedi. Arretra e attende, mentre l’ultimo rosso infuocato del cielo cede il passo al blu diamantato di una primavera senza luna. E’ un attimo, che mi piace chiamare di rivalsa, e a destra intravede un piccolo sentiero, che sembra portarla lontano, con piccoli bagliori di lucciole che sembrano indicarle il cammino. Procede senza fretta in un’oasi di profumi e compagni inattesi e il terrore del primo momento sembra quasi dimenticato. Più di un momento è dedicato a lui, solo, nel cuore di quel gelido inferno che le sta accanto.

E’ l’alba ormai. E si respira musica e vento tiepido, ma soprattutto quella carne e sangue che non sembra più così importante. Vedono entrambi il traguardo, ma lo sguardo è rivolto l’uno all’altra, come se l’essenza della vita non fosse più primeggiare, ma incredibilmente condividere.

lunedì 19 marzo 2012

Sogno lucido: non è mai abbastanza!

Sono in una camera di albergo, in piedi davanti ad un letto matrimoniale con coperte color panna, fresche, stirate e profumate. Ho paura. Sento rumori, come ruggiti, graffi striduli e passi al trotto di animali giganteschi che si avvicinano alla porta alla mia sinistra.


Mi volto verso destra e vedo un'altra porta, perfettamente allineata a quella da cui sento giungere il pericolo, mi avvicino, la apro e la chiudo alle mie spalle. E' un'altra camera, identica a quella di prima. Noto le lampade color panna sui comodini, in perfetta tonalità con il copriletto e le tende, da cui entra un sole primaverile che appanna leggermente la mia vista. E' un attimo, sento quei rumori nella stanza appena superata. Cammino velocemente lungo lo stretto corridoio che la parete crea con il letto, arrivando ad un'altra porta.


La varco, e dentro una nuova stanza completamente identica a quelle appena superate, mi volto e chiudo a chiave. Esattamente in quello stesso momento sento un boato, come se un ariete sbattesse le sue incurvate corna contro la porta di legno subito alle mie spalle. Il botto mi spinge quasi un metro in avanti, ma è solo al secondo tonfo scricchiolante che inizio a correre verso la seconda porta, che ancora è di fronte a me.


Corro senza voltarmi mai, apro la porta e di nuovo una stanza identica alla precedente e a quella prima ancora. Sento animali ragliare, belare, ringhiare, urlare e corro, attraverso porte che mi accolgono in stanze sempre uguali, intrise di pace e sole, primavera e silenzio. Continuo ad allontanarmi dal pericolo, ma quando credo di essere riuscita a mettere abbastanza spazio tra me e ciò che mi insegue, ecco ancora vividi i colpi alla porta dietro le mie spalle.


Le gambe si fanno pesanti, quasi ci fosse uno strato di colla e fango sui pavimenti di quelle camere perfette. Ormai con il groppo in gola, cerco di urlare, ma la voce non esce... Sono in ginocchio quando riesco a fatica ad afferrare la maniglia dell'ulteriore porta che voglio varcare.


Mi ritrovo in piedi, davanti all'ennesimo letto dell'ennesima camera di quell'albergo maledetto. La camera è diversa, il letto è disfatto. I rumori spariti. Mi volto verso le due persone appoggiate alla testata del letto, ancora sotto un fresco piumone. Faccio per scusarmi, quando riconosco lui. Quando riconosco lei. Sono bellissimi, sorridenti e puliti. 


Sono Leonardo di Caprio e Kate Winslet.


Mi volto anche con il corpo questa volta, sorrido e appoggio la testa sulla mano destra. "No, aspettate un momento. Questo è per forza un sogno lucido."


Loro mi guardano sorridendo, senza dire una parola. 


"Non è un sogno", mi dice lui poco dopo, con aria incredula. 
Stai attenta Claudia, è un attimo. Devi stare molto attenta. CAUTELA!


Salgo in ginocchio sul letto e a gattoni mi avvicino, Kate non c'è più, me ne accorgo ma non dico niente. E' così sottile la linea tra la coscienza del sogno e il risveglio che non devo fare azioni avventate. Arrivo a lui, gli accarezzo il viso. E' così perfetto... così perfetto... così perf... così... co...


Eddai, dammi solo un minuto!!!
Fanculo.

venerdì 9 marzo 2012

Fermate quell'uomo!!!


Pensavo di averle viste tutte.


La Marini struccata all'Isola dei Famosi, Albano che spacca in testa un microfono in testa a Staffelli, Massimo del GF10 che bestemmia, viene eliminato, entra al GF11 e viene eliminato ancora, Ruby che cerca di commuovermi senza successo a Kalispera, lo slogan della bionda... come si chiama...? Quello che fa: "Loro sono tamarri... e tu???"...


Rimasta pietrificata a Sanremo durante l'intro di Luca e Paolo, agghiacciata davanti al tentativo di Nando di entrare nel mondo del porno - per chi non sa di cosa sto parlando:




.....

ho visto persino le foto di Maria de Filippi in abito da sposa accanto a Costanzo. Disgustata davanti a Bear Grills che mangia formiche o beve piscio e davanti a un gruppo di deficienti che dopo essersi messi una macchinina nel culo, sono finiti in ospedale.


Ok, mi sono detta. Questa è la mia televisione. Quella che mi dice chi vorrei essere, cosa vorrei avere e dove vorrei vivere. Cosa acquistare, cosa sognare, chi invidiare. Le ho viste tutte.


Poi ieri accendo la TV sulle Iene e vedo che insieme a Blasi e Brignano c'è un nuovo presentatore: Pippo Baudo.


Dammi solo un minuto per riflettere...
FERMATELO.

giovedì 19 gennaio 2012

Concordia come Titanic: non c'è un cazzo da ridere.

Rispondete a questa domanda: durante questa settimana, chi non ha pensato almeno una volta a Titanic? Io credo non ci sia nessuno al mondo che non abbia pensato a Rose e Jack che giocano a volare sulla prua della più grande nave di tutti i tempi, l'inaffondabile Titanic.


Quello a cui forse non avete pensato, è il motivo per cui c'è effettivamente stata questa catastrofe nel 1912. Bene, il film dà una sua interpretazione, velata, ma diciamolo, molto chiara: il comandante è a farsi i cazzi suoi, mescola il tea bollente nella sua tazzina di porcellana bianca, cercano di sollevare con il cucchiaino la gigante fetta di limone dal diametro pari a quello della tazza quasi. Al momento dell'impatto, alza lo sguardo e si acciglia. 


Ci sono ben due ragazzotti in vedetta, sono gli addetti all'avvistamento iceberg. Sono due giovani dall'identità ed età non nota che, barbellando di freddo, ad occhio nudo, senza un faro, un cannocchiale, niente, devono avvistare, al buio di una notte senza luna, le montagne di ghiaccio assassine. Ma cosa succede, vi ricordate? Jack e Rose hanno appena finito di appartarsi nel retro di un'autovettura nella stiva della nave, si fanno gioco delle guardie che li stanno cercando e escono ridendo, abbracciandosi e baciandosi...


Le due vedette sono distratte dagli starnazzi dei due e guardano giù, invidiando un po' quei due ragazzi felici, ricchi (Jack indossa il cappotto che ha rubato ad un signore della prima classa) e spensierati. Quando rialzano lo sguardo, l'iceberg è già troppo vicino.


Il resto della tragedia lo conoscete, insomma. Fermate i motori, indietro tutta, virata a babordo... 1523 morti e 700 sopravvissuti.


Il capitano resta sulla nave. Si chiude nella camera del timone, si aggrappa ad esso e affonda insieme al gigante di ferro inaffondabile.


Sono passati quasi 100 anni, manca qualche mese, e ancora oggi mi si stringe il cuore per questa storia struggente, vera e incredibile. A 100 anni esatti da allora abbiamo Capitan Schettino e la sua Crew sull'inaffondabile Costa Corciere Concordia.


Mi chiedo solo una cosa, in tutto questo: la tragedia è sicuramente di minore entità, sebbene non meno grave, ci fosse stato anche solo un morto. Ma mi chiedo, in 100 anni ancora abbiamo le 2 vedette che devono avvistare gli scogli? Io mi auguro di no. Non lo so, ma io mi immagino radar, telecamere subacquee, mappe dettagliate. Un pescatore ha dichiarato che lui, quando va a pescare con la sua barchetta, ha un piccolo marchingegno, pagato qualche centinaia di euro, che gli indica le masse immerse, siano banchi di pesci che scogli... ed è veramente possibile che nel 2012 una nave che trasporta 4232 passeggeri, non abbia un cazzo di allarme funzionante? 


Cosa diavolo hanno combinato? 
Perchè noi non lo sappiamo, questo è chiaro per tutti, no?


Poi c'è la questione Schettino. Un po' l'incubo della hostess aerea che ti strappa il paracadute e si lancia dall'aereo in fiamme lasciandoti sul tuo sedile basito. Non giudicherò. Giudico però come si stia procedendo, in maniera del tutto italiana, alle indagini in corso. 


Ricevo una mail da un amico qualche giorno fa, con un link audio, che ascolto con attenzione. La foto è di Schettino, tutto tronfio in divisa. E' la telefonata che abbiamo ascoltato tutti tra il Capitano e il Comandante della Capitaneria di Porto, il suo capo insomma. Siamo rimasti tutti basiti dalla reazione di codarderia dell'uomo, totalmente sotto shock. Tutti pronti ad spalancare gli occhi davanti al susseguirsi di parole impregnate di panico, tensione. 


Ma mi chiedo... questo non è materiale probatorio? Non sono documenti su cui poi i magistrati dovranno prendere una decisione? 


Per quanto mi riguarda, questo verdetto è, comunque vada, indebolito. Non puoi dare alla stampa e a noi tutte queste PROVE, che non riusciamo nemmeno a giudicare con logica giuridica, e poi avere la presunzione di dare un giudizio non intaccato da tutto il casino che ne è venuto fuori. 


Se mai, PRIMA DECIDI e poi, a giustificazione di quanto stabilito, metti il materiale probatorio a disposizione dei media e di noi tutti. No, ditemi, dico una minchiata?


Che lui abbia sbagliato, siamo tutti d'accordo. Ma farne subito a priori un mostro, creare jingles o slogan su facebook... ci sono già magliette in giro, INDEGNE, mi sembra davvero irrispettoso quanto meno per l'entità della tragedia ancora in corso. 


Al posto di giudicare noi, di ridicolizzare quest'uomo, che pagherà per gli errori fatti, senza dubbio, forse sarebbe il caso di utilizzare il minuto che abbiamo a disposizione per le decine di vittime di questa tragedia, per i momenti di terrore e panico che tutti hanno passato e che magari supereranno con il tempo, ma di sicuro non dimenticheranno mai. 


Ridicolizzare questo avvenimento è veramente disgustoso.