giovedì 31 marzo 2011

Immigrati. Avete una soluzione migliore della mia?

Oggi esco dalla palestra e mi avvio verso la macchina parcheggiata a quasi 1 km, nella traversa della strada più IN di Milano: via Meda. Sono assorta in mille pensieri, una riunione da preparare, la cena con mia sorella, l'Inghilterra... e sono arrivata inevitabilmente al blog. E' una settimana che non scrivo e ho tante cose da dire che un misero minuto non basta nemmeno per scegliere di quale argomento trattare oggi. Ecco un altro schifoso esempio di come, a volte, per fare tutto non si ha tempo per vivere. Ma questa è un'altra storia.


Insomma, cammino tutta assorta in una via dove non si contano gli italiani. E non perchè non sappia contare, ma perchè non ce ne sono. Sono messa male: tuta da ginnastica, maglione a V, giubbino senza maniche, spettinata e con un occhiale che mi copre gran parte del viso, ma non c'è INGUARDABILITA' che li frena. Riconosco uno straniero anche ad occhi chiusi, perchè quando passo, qualunque sia l'argomento di cui sta parlando col compare, questo discorso si interrompe. E sento dai 4 occhi in su, posati su di me. Provo fastidio vero.


Questo mi ha riportato alla mente un episodio simpaticissimo della mia vita. O meglio due. Nel primo ho 13 anni, gonna fatta da mia nonna con una stoffa nera, decorata di rose rosse, camicetta bianca, treccia e RayBan, quelli marroni, classici, che andavano di moda un tempo e che sono tornati in auge in questi anni. Sono in bici, probabilmente quella di mia sorella, e passo davanti ad una casa in cui due persone dalla pelle strana stanno rifacendo un pezzo di marciapiede. Si interrompono, mi fissano, io passo spensierata, mi fischiano. Io sono ingenuamente felice. E me ne vado.
[fine episodio 1]


Il secondo episodio che mi torna alla mente è di parecchi anni più tardi. 18 anni più tardi per l'esattezza. Nel frattempo sono diventata maggiorenne (ma loro sempre pedofili di merda), mi sono laureata, mi sono innamorata e disinnamorata di tantissime cose e di qualche ragazzo. Ho preso casa. Ho preso decisioni per la mia vita. Sono cresciuta, un po' come tutti. 


Lavoro ormai in un posto pieno di ragazze ventenni con il pallino dell'estetica e, soprattutto in questi periodi primaverili, le vedi svolazzare trasparenti e sicure come forse io non sono mai stata. E' mattina, molto presto. E' nuvolo, come il mio umore. Davanti all'ingresso dell'ufficio due uomini circa 50enni dalla pelle un po' olivastra sembra che attendino, interrompendo ogni attività, il mio passaggio. Li snobbo vigorosamente, come mio solito. I miei capelli sembra che rimbalzino ad ogni passo, un cammino quasi impalpabile, tanto è leggero. Le porte si spalancano per farmi strada e sento uno dei due dire all'altro, in un'italiano imbarazzante: 


"Quelle belle arrivano dopo".
[fine episodio 2]


Insomma, ero immersa nei miei pensieri quando alzo lo sguardo e vedo un ragazzo straniero che cammina verso di me. Cammina FISSANDOMI verso di me. Appena ce l'ho alle spalle, sento che mi dice: 


"Ciao bela!"


Faccio subito fatto un pensiero oltre. Questa storia di accoglierli, che è molto in auge in questo periodo... non è che mi è molto chiara. Ho sentito gente che dice di sparargli, gente che li vuole far tornare nei loro paesi in guerra, addirittura oggi ho sentito che dicevano di sparargli a salve per farli scappare. Gente vera, che chiama le radio incazzata per dire queste cose.


Non ho un pensiero a riguardo, ma sicuramente un po' più di umanità dai miei compaesani me l'aspetterei... E' un problema che dobbiamo affrontare, sono i nostri vicini di casa e non è bello pensare che siano tutti criminali, perchè voglio credere che non sia così. C'è un piano per distribuirli equamente in ogni regione, e verranno "integrati", in qualche modo... mmmmh.


E allora orsù!!! Genii della termodinamica, spiegatemi come intendete procedere all'integrazione. Scusate, ma dico una cazzata se dico che non c'è lavoro per tutti, tanto per cominciare?? E non venitemi a dire che ci sono un sacco di lavori che gli italiani non vogliono fare!!! Che poi è anche un concetto vero... ma si dà lavoro a tutti? E la casa? Dove vanno a stare? Per strada? Vunci, malati e incattiviti? 


Io ho una soluzione.


Ho una soluzione e dovete ascoltarmi perchè fino ad oggi di soluzioni sensate non ne ho sentite. La mia invece lo è: mettiamoli tutti nelle mani di dio. No, che avete capito... non suggerisco di ucciderli. 


Mettiamoli tutti al Vaticano


Migliaia di stanze vuote e lussureggianti, dove si predica il bene e si crescono i bimbi in una cultura buona e pacifica, di amore, ma soprattutto di solidarietà. Vendiamo un anello del Papa! Che ne dite! O un tappeto! Uno solo e si mantengono 10 bambini per oltre 3 anni. Nel frattempo li integri. Trovano lavoro, trovano casa, tolgono il burqa alle donne e magari iniziano a guardarsi già più volentieri allo specchio e a fare del bene anche fuori. Mi sembra la cosa più saggia mai detta in argomento.


Meditando su questa mia nuova iniziativa, che mi è costata tempo ed energie, nessuno se la prenderà se rifletto solo un minuto...


Non vogliono stare in Italia?
Cioè?

5 commenti:

  1. In realtà, la posizione del Vaticano (rectius, della Chiesa Cattolica) in tema di immigrazione non corrisponde, come a volte sembra o si vuol far sembrare (anche per le dichiarazioni a volte un po' scriteriate di qualche suo esponente), all'ideologia immigrazionista (questa è la recensione ad un libro, che sarei curioso di legge, sul tema http://www.cesnur.org/2009/mi_caldwell.htm) che pervade l'Unione Europea (in realtà, qui una spiegazione della posizione della Chiesa: http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-laccoglienza-ha-dei-criteri-1447.htm).

    Ma il punto non è tanto questo. Il fatto è che questa situazione si è determinata, ora come ora, in conseguenza della guerra al dirimpettaio beduino, a proposito della quale sono sempre stato piuttosto scettico non tanto per pacifismo (non ho mai stimato i pacifinti "senza se e senza ma", il cui pacifismo appare e scompare a seconda della contingenza e della convenienza politica, ma si ammanta di grandi ideali e di falso umanitarismo), quanto per opportunità (sarebbe bello vivere solo di ideali, ma il Paradiso in terra, anche se Marcs ed Enghels han provato a convincerci tutti del contrario, non esiste, il mondo tira avanti con le sue bellezze e con le sue miserie). Al di là, per altro, del fatto che quella che in Libia non mi sembra affatto l'insurrezione di ribelli che anelano per la democrazia e la libertà contro un terribile tiranno, quanto una guerra interna tra fazioni, una questione tribale: a parte il fatto che tra i capi dei ribelli ci sono alcuni dei più efferati ex ministri di Gheddafi, già ben noti nelle classifiche dei macellai mondiali, nessuno studioso della società e della geopolitica locale è riuscito a tracciare un profilo credibile dei ribelli.

    La Francia, che con il suo ridicolo interventismo (non certo disinteressato, così come non era disinteressato il suo "pacifismo" al tempo della guerra in Iraq) è stata tra i maggiori responsabili di questa situazione, rifiuta alla frontiera i nord africani che cercano di entrare sul suo territorio.

    Se mi fa ridere (per non piangere) il discorso di D'Alema, secondo il quale un paese di sessanta milioni di abitanti deve essere in grado di ospitare tutti quei profughi (per altro, i profughi sembrano esser pochissimi, la maggior parte è gente che, se avesse potuto, sarebbe venuta qui anche prima indipendentemente dalla guerra, gente di tutti i tipi, disperati, criminali in fuga, clandestini e quant'altro), è pur vero però che bisogna assumersi la responsabilità di quel che s'è fatto (per altro, la politica dell'Italia, che ha cercato di tenere il piede in due scarpe, oltre che non stupire nessuno in quanto attuata da un paese che non ha quasi mai concluso una guerra con lo stesso alleato con cui l'ha iniziata, viste le contingenze è stata anche tra le più sensate, visto che l'alternativa sarebbe stata quella proposta da quel pazzo furioso del Prof. Cardini - le cui analisi non condivido quasi mai - di ottenere un mandato inernazionale di mediazione, possibilità che avrebbe trovato l'oppisizione netta di Francia e Gran Bretagna).

    Sicuramente, il problema va gestito a livello europeo, e non basta che l'UE finanzi l'Italia: occorre che anche gli altri stati membri accettino di "distribuire" parte degli immigrati, pur sapendo che alcuni di essi, nella loro storia, hanno già avuto molta immigrazione (vedasi germania, che ha in casa un milione di turchi, e che ha subito al tempo delle guerre nei balcani anche immigrazione da quei paesi).

    Infine... "Lavoro ormai in un posto pieno di ragazze ventenni con il pallino dell'estetica e, soprattutto in questi periodi primaverili, le vedi svolazzare trasparenti e sicure"... No, ma dico, parliamone un po'... gh gh gh (dove lavori attualmente?? :-P)

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  2. Come dice chi mi precede, il problema è risolvibile solo con l'appoggio di tutta l'UE, anche se l'idea del Vaticano mi troverebbe in tutto e per tutto d'accordissimo :)
    p.s. Ma il pallino dell'estetista ce l'avevi pure tu è ;)
    p.p.s.s. Attendino???? Claudia, Claudia, Claudia...

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  3. Attendino?? davvero ho scritto attendino?? Oh My God! ;))

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