venerdì 11 marzo 2011

Insegnamento da una sconosciuta.

Sono completamente out of order oggi. Dopo una settimana di corse, impegni e duro lavoro, non mi sembra vero di appoggiare il culo a casa mia e rilassarmi con un buon succo alla polpa di pera dell'Esselunga e una Camel Silver come si deve. E' il primo momento in cui mi fermo un attimo questa settimana... Che bella sensazione quando davanti a te vedi 2 grassi giorni di week end...


E' una riflessione personale quella che mi ronza in testa da tutto il giorno. Data forse dal fatto che in Giappone al momento hanno davvero altro a cui pernsare, rispetto all'organizzare l'arrivo di Brunetta... Almeno 8.8 motivi diversi per pensare ad altro... 


Mi interrogo sulla vita oggi, sul perchè del bene e del male, sulle origini del mondo... e quello che scopro ha dell'incredibile! Dedico al lavoro mediamente 10 ore della mia giornata e giusto un paio per la mia vita. Percui posso affermare che lavoro 10 ore per viverne 2 e oltretutto non sempre vivo queste 2 ore, mentre per 10 ore sono sempre per il lavoro. Mi sono sempre chiesta che vita faccio e se mi piace. Non sempre mi rispondo di sì. Ma penso anche che se sono ancora qui è perchè questo è il modo migliore che ho di vivermela, con gli strumenti in mio possesso. INDI, o miglioro gli strumenti in mio possesso, oppure Huston.. ho un problema.


Oggi sono in modalità, Huston.. ho un problema. Cammino per una via di Milano interrogandomi sul da farsi. Ed ecco che incontro una ragazza con gli occhi blu. Mi guarda, mi supera e cammina proprio davanti a me. Con una giacchetta stretta, troppo leggera per la temperatura esterna, i capelli legati, forse perchè non freschi di doccia, che ticchetta con un tacco medio, ancheggiando qua e là. Forse anche lei ha queste mie preoccupazioni, il lavoro, uno o più fidanzati, l'amica e la nemica, la macchina sporca, il fungo delle unghie, una festa domani in cui non sa come vestirsi.


E' una ragazza carina, ha una borsa di Gucci, la fisso per un attimo e sono quasi sicura che sia vera. Si gira di profilo e ha un perfetto nasino alla francese, con labbra carnose in un soffio di sorriso. Vorrei dirle "Ciao, conosco i tuoi problemi e le tue preoccupazioni. Le so, ci rifletto ogni giorno. Ci sto male, ci lotto. Perliamone un po', ti va? Magari insieme troviamo una ragione in più, qualche strumento intimo nascosto per goderci di più questi giovani anni che volano per non tornare... Girati, sono come te. Parlami... Parliamoci, io so le tue domande, rispondiamoci!"


La ragazza inciampa e cade davanti ai miei piedi, la borsa di Gucci si rovescia al suolo e mi chino a raccogliere fogli e lipstick da terra. Si alza a fatica. Non mi ero proprio accorta che... Infilo tutti gli oggetti nella borsa e gliela porgo, lei la prende guardandosi i piedi e ringraziandomi con un filo di voce. Rimango impietrita. Non dico nulla, nemmeno prego. Lei procede per la sua strada, non si è mai voltata.


Io invece resto a fissarla immobile. La vedo allontanarsi e penso che un attimo prima ho creduto avesse le mie stesse preoccupazioni e i miei stessi dubbi carnevaleschi. La guardo fino a che non svolta l'angolo. Mi volto anche io e decido di tornare indietro. 


Ho la mente vuota per un lunghissimo minuto. Me lo prendo tutto. 
Per cercare di capire come sarebbero i miei problemi, se dovessi viverli con un braccio solo.

2 commenti:

  1. Eh...

    Io mi rendo sempre più conto che, in genere, ci si lamenta troppo e si apprezza troppo poco.

    Che non significa martirizzarsi quotidianamente, vivere in maniera francescana, pensare tutta la vita ai problemi degli altri.

    Basta solo riflettere un po' su quello che si ha. E, ogni tanto, accontentarsi e ringraziare.

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  2. io lo dico sempre di essere molto molto fortunato e tu lo sei altrettanto...

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